Vacanze slow in Calabria tutto l'anno
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Santa Caterina dello Ionio

“La prima cosa che faccio la mattina è affacciarmi alla finestra e osservare il mare. Questo mi rende felice”. È così che i caterisani, sorridenti ed accoglienti, parlano del loro borgo.

Un borgo immerso in un paesaggio variegato, dove il colore giallo dei calanchi argillosi si alterna al verde delle piante selvagge, fino a lasciar spazio al profondo blu delle acque ioniche.

 

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Un po’ di storia

Attorno al lontano anno 1000, gli abitanti di alcune colonie dell’area costiera ionica-catanzarese, per sfuggire alle continue minacce saracene, decisero di rifugiarsi nei vicini monti, dando vita ad un piccolo borgo, che oggi porta il nome di Santa Caterina dello Jonio.

Intorno al 1070 il paese entrò a far parte della Contea di Badolato e nel 1272 cadde sotto la dominazione della Casata Conclubet, che, in seguito al movimento rivoluzionario della congiura dei baroni, venne detronizzata. A questa ne susseguirono tante altre, come i Cordova o i Galeotta, fino ad arrivare alla casata di Francia, che rimase al potere fino al 1808, anno del promulgamento, da parte di Giuseppe Bonaparte, delle leggi eversive della feudalità, che abolirono la “rete vassalla” dal Regno di Napoli.

Il terremoto del 1947, così come le alluvioni del ‘51 e del ‘53, provocarono un trasferimento nell’area costiera, distante circa 6 km. Questa dislocazione venne incentivata dai finanziamenti del governo De Gasperi, che miravano alla costruzione di abitazioni lungo la fascia marina. Originariamente si sviluppò un piccolo villaggio di pescatori, composto da 20 casette e una chiesa ancora presente. Oggi si estende una accogliente area marittima, che si propone come dimora estiva degli abitanti del borgo e come destinazione dei turisti amanti del mare e dell’archeologia subacquea.

La Calabria da visitare tutto l’anno

A spasso per il borgo

Gli accesi colori della natura incontaminata e il profumo dei campi coltivati, circondano questo borgo dalla conformazione particolare, al quale accedere varcando l’unica porta che  permane dell’antichissima cinta muraria: la Porta dell’Acqua. Qui, è un piacere perdersi tra i ripidi vicoli, e le fitte abitazioni, dove riverbera il fascino della tradizione accanto al calore e ai sorrisi della gente del posto. È ancora possibile ammirare i resti del palazzo nobiliare del XVIII secolo, che appartenne alla Casata di Francia. L’edificio fu danneggiato dal terribile incendio che coinvolse la cittadina nel 1983, tant’è vero che oggi permangono solo poche parti. Tra queste gli elementi composti dal granito locale, come il portale d’accesso o l’abbeveratoio per i cavalli, e la vecchia area dedicata alla servitù, ancora visitabile. Originariamente il palazzo si strutturava in 2 piani: quello superiore, abitato dalla nobiltà, e quello inferiore, destinato alla lavorazione dei prodotti agricoli, donati dalle campagne limitrofe, come l’olio e il vino. Nella piazza del municipio, sorge la chiesa Matrice, risalente al XVII secolo e dedicata alla Madre di Dio Santa Maria Assunta. L’edificio ha una struttura a croce latina e fu anch’esso interessato all’incendio dell’83, che lo distrusse quasi totalmente. Dopo quasi 20 anni di lavori di ristrutturazione, il luogo di culto venne riaperto nel 2003. Tra le chiese si annovera anche la Chiesa di Santa Caterina di Alessandria, che si innalza, secondo la leggenda, nel punto in cui la Santa apparve ai saraceni, riuscendo così ad allontanarli dal paese. O ancora, la chiesa dell’Immacolata Concezione, ubicata a picco su uno strapiombo, del XVIII secolo, che custodisce dei quadri di grande pregio artistico, o la chiesa del S.S. Rosario, del XVI secolo, dove è conservata una pala della “Madonna col bambino”, della scuola di Mattia Preti.

Se ci si sposta nell’area marittima, l’acceso blu delle acque ioniche, diventa l’indiscusso protagonista. La spiaggia di Santa Caterina, scoperta ai venti di tramontana, levante e ponente, da sempre è teatro delle gesta dei pescatori, uomini semplici e coraggiosi, le cui fatiche e soddisfazioni si tramandano di generazione in generazione. I loro volti, segnati dal mare, dal sole e dal vento, trasmettono un grande amore per questa terra e per i generosi frutti a cui essa dà vita. Lidi attrezzatissimi si alternano alla spiaggia libera, dove la sabbia bianca, a volte granitica, a volte ciottolosa, è rigorosamente bagnata dal mare cristallino. Lungo la costiera, circondata da una lussureggiante vegetazione, si erge quasi intatta la Torre di Sant’Antonio, del 1563, facente parte delle antiche 360 torri che coronavano l’intero viceregno spagnolo. La custodia era affidata a degli uomini a cavallo, che sorvegliavano il litorale, e si premuravano di avvertire la popolazione dall’alto della torre, in caso di avvistamento nemico.

Santa Caterina dello Ionio, da visitare tutto l’anno

Santa Caterina dello Ionio, grazie alla sua speciale configurazione, è visitabile e apprezzabile durante tutto il corso dell’anno.

Nelle stagioni più calde, l’area marina, oltre ad essere frequentata per le bellissime spiagge, è un’ambita meta per gli amanti dell’archeologia subacquea. I sabbiosi fondali custodiscono infatti dei relitti antichissimi, che testimoniano il passaggio dei popoli che si sono susseguiti. Non per niente siamo a pochi Km dal luogo in cui furono ritrovati i Bronzi di Riace. Tra questi, tra le acque di Badolato Marina e Santa Caterina dello Ionio, si distingue il “Cosala”, un’antica nave che durante la seconda guerra mondiale, mentre si dirigeva da Taranto a Messina, venne colpita da un siluro di un sommergibile britannico. Gli abitanti del luogo sentirono un forte rumore provenire dal mare, e c’è, tra gli anziani del paese, chi ancora lo racconta. Oggi si trova a oltre 40 metri di profondità, ed è divisa in 2 tronconi, visitabili solo da coloro che sono in possesso di un brevetto sub.

Un’immersione alla portata di tutti, è invece quella che vede come protagonista il relitto di un’antica nave da carico, il Kingdom, oggi divenuto la dimora preferita dalla ricca fauna del mare, come ricciole, gamberetti bianchi e ricci.

Ma l’estate ha il suo perché anche se vissuta nel borgo: a giugno, in occasione della festa di Corpus Domini, gli abitanti appendono alle finestre delle coloratissime coperte, che generano un simpatico gioco cromatico e una grande atmosfera gioiosa.

Durante la primavera invece, quando i fiori iniziano a decorare i campi, e i carciofi vengono raccolti per poter essere conservati sott’olio o sott’aceto, la cittadina vive un momento magico e solenne: la settimana santa. Dopo la Domenica delle Palme, e il giovedì santo con annessa lavanda dei piedi, si raggiunge l’acme con la Cunfrunta, un antico rito che rappresenta il sacro momento in cui Gesù incontra la Madonna.

Anche l’inverno a Santa Caterina è segnato da importanti celebrazioni religiose, come il Natale o il Capodanno: il 24 dicembre una lunga veglia ha luogo nella chiesa Matrice, mentre la notte di San Silvestro la statua di Gesù Bambino, accompagnata dal suono delle zampogne, viene portata per le case di tutto il borgo in segno di benedizione, e infine ritorna nella chiesa principale, col suono e la luce dei fuochi d’artificio a fare da sfondo.

 

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